22 dicembre, 2011

Midnight in Paris


Finalmente è uscito in tutte le migliori sale cinematografiche l'ultimo capitolo della fantasmagorica serie Twilight, che, diciamocelo chiaramente sono i migliori film usciti da un po' di anni a questa parte.
The Twilight Saga: Breaking Dawn, questo l'elettrizzante nome, tiene incollati alla poltrona dalla prima all'ultima scena perché non vedevo l'ora di sapere come finisce la bellissima storia d'amore tra Bella ed Edward.

NO brutto stronzo! Se sei d'accordo con quello che ho scritto qui sopra voglio che tu sappia che ti odio e che dovresti smetterla di vedere certi film! Il mondo te ne sarà grato.

- Grazie! (il Mondo)
- Vedi?! (io)

Dopo aver teso una brillantissima trappola ai twilightini iniziamo con la vera recensione. Oddio, vera.
No, ma casomai, "oddio recensione" direte voi. Giusto.




Parliamo di Midnight in Paris, ultimo film sfornato da Woody Allen, lo so, troppo tardi per scriverne una recensione competente, ma ehi! non mi pare di aver detto che lo sarà.
Per me la recensione potrebbe finire qui, non ci sarebbe molto da aggiungere, in quanto ho già detto Woody Allen, cos'altro aggiungere.
Sinceramente non potevo esimermi dall'andarlo a vedere, sapete, ho la sensazione che ogni film di Woody possa essere l'ultimo.
Probabilmente questo non lo sarà.

Punto uno (non so se ci saranno altri punti), noto che gli ultimi film di Allen piacciono maggiormente a gente che solitamente ha passato la propria vita ad odiare il regista newyorkese, questo perché i suoi film non sono più di altissimo livello e iniziano a piacere anche alla massa.
Almeno secondo me.

- Giusto cazzo! (me)
- Grazie. (io)

Sia chiaro, sempre decisamente meglio del vomito che appiccicano su quei manifesti cinematografici (non dirmi che quello è un film dai!).
Ma d'altronde non si può avere una carriera sempre da dieci in pagella, quindi non gliene faccio una colpa.
Anche se sinceramente la mia pazienza ha fortemente vacillato di fronte alla partecipazione di Carla Bruni.
Come attrice.
Come attrice della parte più insignificante ed inutile della storia del cinema.


Caravaggio, riportato in vita per l'occasione (quindi non freschissimo), tenta di far somigliare Carlà ad un'attrice.

Quindi un bel fanculo a Medusa o a chi per lei abbia obbligato l'inserimento nel cast della Première dame.
Anche se probabilmente l'ha voluta proprio Woody con l'intento di portarsela a letto.
Spero che lì riservi interpretazioni migliori.

- Lì do il meglio di me. (Carla)
- Non direi proprio, e comunque questa gag non fa più ridere. (Woody)

Punto due (avete visto?! c'è!), torniamo al film vero e proprio.
Commedia, decisamente carina.
Un finalmente decente Owen Wilson, in una parte finalmente seria, interpreta uno scrittore di sceneggiature per filmetti di cui è insoddisfatto e punta perciò alla cassa integrazione Fiat. 
Si ritrova a Parigi per girarsi i pollici e si imbatte nella più incredibile avventura della sua vita: nota con somma gioia che il brie costa la metà.
Per il resto si gode una normalissima vacanza parigina dove ogni mezzanotte torna indietro nel tempo, più o meno negli anni '50, e si diverte a mostrare a tutti il trucchetto del pollice che si stacca dalla mano, all'epoca ancora inventato.

Altre cose importanti? Ah già, incontrerà i migliori intellettuali dell'epoca, tutti in una volta, come se in quell'epoca non esistessero i corrispettivi di Franco Bechis. 
Incontrerà tra gli altri, Hemingway, Picasso, Dalì, Buñuel, insomma nomi altisonanti che servono a far sentire un po' più intelligente lo spettatore.
Con me ci è riuscito.

Sento che questa recensione sta diventando davvero sconnessa e senza un filo logico.
Me ne accorgo senza neanche rileggerla.
Posso ritenermi soddisfatto.
Ok ora cerco di rilanciarla.

Midnight in Paris è un film dolce e spensierato, ma anche terribilmente nostalgico, che affronta una riflessione sull'oggi pieno di insoddisfazioni e sul passato splendente, ma altrettanto lontano, tanto anelato per chissà quale motivo.
L'insoddisfazione di vederci occupare un epoca a noi non consona, che non ci rappresenta e a cui siamo totalmente estranei.
'Woods' sembra ricordarci che per lamentarsi c'è sempre tempo, ognuno l'ha fatto nella sua rispettiva epoca, la cosa importante è che tu non lasci scadere la rata della macchina.

Però, dico io, ovvio che mi lamento se scegli quelle attrici!

Non ce l'ho fatta, rilancio fallito.
Provo con un'immagine.


La Bruni nella sua migliore interpretazione.



Ora ne vado a vedere un altro così da poter dare alla luce un'altra pessima recensione.


15 dicembre, 2011

Avevo


Avevo 20 anni.
Stavo lavorando.
Cazzo.

E dire che mi stavo divertendo, ormai avevo imparato il lavoro, andavo in automatico, in più con Carlo e Alex ci si divertiva da matti, ti alleggerivano la giornata.
Insomma, davvero niente male.
Sì, si faticava, tornavo a casa distrutto e non riuscivo neanche a studiare una mezza pagina, però la soddisfazione di tenere qualche soldo in tasca per non pesare totalmente sulle spalle dei miei era enorme.
Ed io stavo bene.
Peccato che sia finita così.
C'era quella ragazza che mi piaceva tanto, stavamo decisamente bene insieme. Poteva essere una breve storia senza alcun significato oppure l'amore della mia vita. Non importa.
Quel che importa è che non l'ho vissuta. Non ci ho sofferto o goduto per quella relazione.
E non saprò mai come sarebbe potuta finire.
Cazzo.
Dire addio a tutti non è per niente semplice. Addio porca puttana, addio!
Nè arrivederci nè niente. Addio.
Ma cosa sto dicendo? Non ho avuto modo di dire addio a nessuno, nemmeno quello.
Cazzo.
Chissà mia madre, non ci posso neanche pensare.
E al piccolo Tommy, ora con chi crescerà? Senza nemmeno un fratello maggiore. Non vedrò muovere i suoi primi passi.
Cazzo.
L'università! Ero ormai al secondo anno, certo non ero in regola con gli esami ma cosa vuol dire? Mi piaceva, mi immaginavo laureato, soddisfatto del duro sacrificio e perché no, magari avrei anche trovato un bel lavoro con una paga sicura.
Ma chi cazzo sto prendendo in giro. Ormai non ha più senso, non farò niente di quello che avevo immaginato.
Mai!
Cazzo.
Ci sarà pure del buono qui, almeno quei vent'anni di vita me li sono fatti, c'è chi nemmeno quello.
Effettivamente me la stavo 'godendo', la vita mi piaceva, anche se era così stronza.
Mai stronza quanto la morte, certo.
Ed ora non potrò neanche quel libro che mi ero comprato con i soldi di quel lavoro assassino.
Mi stava piacendo, finalmente mi avvicinavo alla lettura con forza.
Non saprò mai come andrà a finire.
Un po' come con tutto il resto.
La cosa più brutta è che non saprò mai cosa sarei diventato un giorno, non ho avuto modo di riuscire, sbagliare, fallire, sbattere contro i muri, rialzarmi.
Che merda di situazione.
A volte ci avevo anche pensato, 'e se tutto finisse domani'?
Ma la realtà è completamente diversa da un lontano pensiero.
Credimi.

Cazzo.

Stavo lavorando.
Avevo 20 anni.
Ancora non posso crederci.
Cosa farò adesso?







Aiutino: il post è stato ispirato da questa notizia.


12 dicembre, 2011

Rosso sangue


Ebbene sì, l'ho fatto. Il passo più lungo della gamba.
Ho inviato un mio racconto ad un Festival letterario (parolone).
Non so perché, ma l'ho fatto.
Certo che so perché l'ho fatto, voglio diventare il nuovo fenomeno Volo. Trema Fabio.
Se volete potete votarlo (il racconto, non Fabio Volo) cliccando su "Mi piace", se non è di vostro gradimento cliccate su "Amenità".
Scommetto che del secondo tasto non ci sarà traccia. Parlerò con Zuckerberg per farlo aggiungere al più presto.
Il voto popolare varrà qualcosa come il 25% sulla votazione totale. Tutti noi sappiamo, altresì, come il pensiero del volgo valga come Fransceschini nel Pd, basta guardare chi abbiamo votato alle ultime elezioni politiche.
Ma sto divagando.
In definitiva, se volete potete leggerlo, votarlo, fare entrambe le cose o nessuna delle suddette.
Oppure compiere un'azione extra a vostra scelta non presente tra quelle proposte, basta che poi non me la facciate sapere.
Insomma, non vi sto chiedendo esplicitamente di votarmi anche perché gli organizzatori del Festival non scuciono una lira al vincitore, quindi, sul serio, fate un po' come volete.
Ovviamente se in palio ci fosse stato un premio in denario vi avrei pregato in ginocchio come un verme.
Ma così non è.
Bando alle ciance, se volete questo è il racconto, buona lettura.

Luci.
Sipario.



07 dicembre, 2011

Letture extrasensoriali


Leggere


 Ascoltando
 



06 dicembre, 2011

Mentre Vasco, Ligabue e il Tg1 litigano


Dopo lo strabordante (e immaginario) successo del primo numero torna a grande richiesta (la mia) un'intelligente retrospettiva sullo stato di salute della nostra tanto bistrattata musica italiana.

Siete gente fortunata, eh già. A volte vorrei essere un mio lettore.

Quest'oggi mi preme (cazzo premi non vedi che è pieno?) parlarvi di un cantautore.

Sì, ho detto proprio cantautore I T ALI A NO e al diavolo la sillabazaione.

Si tratta di Giuseppe Peveri, in arte Dente.

E niente, la recensione è finita, io lo consiglio fortemente, poi fate come volete.

Come assaggio vi propongo i tre video ufficiali:





Questo invece è il primo singolo estratto dal suo ultimo lavoro, "Io tra di noi".



Se vi sono piaciute e volete approfondire la questione potete scaricare gratuitamente e legalmente l'album "Le cose che contano". Da lì.

 Da dove?


QUI 

QUI       
  QUI 






05 dicembre, 2011

Pubblicità



Moltiplica pani e pesci finchè vuoi





 Agli avanzi ci pensa lui






Cuki Gelo Più è l'unico sacchetto freezer che assicura la conservazione dei tuoi cibi fino al giudizio universale.





02 dicembre, 2011

Grande raccolta immotivata di immagini stupide e non (ovvero disavventure di un pornomaniaco in cerca di porno thailandese)



 Tipica operazione in un ospedale italiano.

 Questa non la capisci.











 È in momenti come questi che vorrei essere Robin.





 C'è qualche rumeno in ascolto? Secondo me c'è scritto "Riuscirai a riempirlo?"

 Io scelgo quella a destra.

 Più o meno la situazione in cui scrivo solitamente i miei post.

 In anteprima la nuova livrea che userà Valentino Rossi nel prossimo campionato.



C'è scritto a lato di ogni immagine, quindi non ce ne sarebbe bisogno, ma la legge italiana si sa.
Ecco il link da dove le ho tirate fuori biskvitka.net.

Non chiedetemi come ci sono finito dentro.


Per concludere, un'altra carrellata di immagini che stanno a testimoniare la genialità del popolo thailandese recentemente colpito da una catastrofica alluvione.
Altro che "italiani che dopo i disastri si rimboccano le maniche e trovano nuove energie per ricostruire tutto con vigoroso entusiasmo".
Dopo i disastri siamo solo buoni a parlare.
Questi ce lo mettono al culo.
Con pieno merito peraltro.

A voi l'ardua sentenza.

E con questa ho sistemato anche la parte riguardante la critica sociale.




























Queste sono state prese dal famossissimo blog di Berita Bulan la cui autrice ci tiene a farmi sapere che il mio è il miglior blog italiano, nonchè il più letto dell'intero Uzbekistan.
La ringrazio qui pubblicamente, anche a nome di tutti voi.

27 novembre, 2011

Abracadabra


A volte sono lì e penso che la vita assomigli un po' a uno spettacolo di magia, di quelli fatti bene, sfarzosi, grandiosi, enormi, quelli più importanti di tutti i tempi.

Stare seduti in prima fila ad uno spettacolo di Hudini.

Sei comodo, in poltrona, ed assisti ad ogni tipo di numero. In cuor tuo sai che ogni fazzoletto colorato, ogni colomba, ogni cilindro ogni movenza del prestigiatore è falsa.
O meglio, è vera, le cose esistono perché le vedi davanti ai tuoi occhi, accadano realmente, ma tu, già prima di entrare in quel gran tendone chiamato vita sai già che ogni numero è un becero trucco, una finzione, un'illusione.

Potrai anche emozionarti, rimanere estasiato, divertirti, commuoverti, ma una volta uscito da quel gran baccano che è stato lo spettacolo, la certezza che sia stato tutto finto tu ce l'hai e non potrai nasconderla.
Perché tu no, di trucchi non ne conosci.


22 novembre, 2011

CSI (Che Stronzate Incredibili)


Riassunto delle puntate precedenti

Niente, non scrivo da non so quando, forse perché non ho idee, forse perché non ne ho voglia o forse l'ho fatto per farvi credere che in realtà ho una stressante ed impegnativa vita privata oltre questo schermo lcd.
La soluzione forse mai, ora godiamoci* una bella* recensione.





Magari ne siete i più vividi appassionati, sinceramente io non la sopporto.
Certo, non si può dire che abbia visto tutte le puntate per effettuare una valutazione della serie in maniera scientifica. Diciamo che mi è bastato quel poco che ho visto.
Si parla di CSI gente, non ho voglia di scrivere nulla di più serio per il momento.
Anche volendo non ne sarei capace.

Partiamo subito con l'unica nota positiva della serie, la colonna sonora, composta dagli Who. Oddio, forse non è per un cazzo una nota positiva, ora ci saranno orde di fan che canteranno Who are you? in giro per il mondo rendendolo uno sterile motivetto qualsiasi ed associandolo esclusivamente a CSI.

Come non detto.
Questo telefilm non ha nessunissima nota di merito.

Tengo inoltre a precisare che potrei sbagliare tutto in questa recensione visto che di CSI ne hanno sfornati a bizzeffe e vista anche la mia scarsa voglia di informarmi per fare di questo scritto una cosa di quanto meno leggibile.
Come vi sarete accorti non lo è e continuerà a non esserlo.

Sì perchè questi stramaledettissimi investigatori saccenti hanno un grande seguito. Tanto grande che ormai c'è una serie per ogni centro abitato.
Non vedo l'ora di vedere CSI:Pizzighettone, spero vivamente lo facciano.


 Horatio Cane, più che un nome, una bestemmia.


Il protagonista della serie originale è un certo Grissom, un uomo tutto d'un pezzo, che non si sa come faccia a sapere tutto di tutto nonostante abbia interrotto gli studi in seconda elementare perchè il padre era un ubriaco perenne e la madre un'inguaribile bagascia.
Con questa tragica infanzia si spiega la durezza del personaggio, mista ad un incredibile antipatia.
Grissom, infatti, ne sa più dei due Angela messi insieme, è una cazzo di Wikipedia ambulante senza il faccione di Jimmy Wales che ti chiede soldi. E ovviamente non perde occasione per fartelo pesare: si mette in mostra e palesa davanti al cadavere di turno la tua ignoranza sesquipedale.
Più o meno come il vostro compagno di classe alle superiori.

-  Ehi Grissom preparati, dobbiamo analizzare un'altra scena del crimine.
- Cos'è? L'ennesimo stupro con scasso?
- No, sei tu che mi hai ucciso i coglioni.

Ora per corroborare la mia tesi esporrò dei casi tipici.
Quanto segue è più o meno cosa è avvenuto in un dialogo dell'unica puntata che ho visto.
Giuro che è vero, non è frutto delle mie malattie mentali.

Si parlava di cavalli, non so perché, forse proprio perché erano in una stalla, magari era stata uccisa lì un'attrice porno senza fronzoli.
In questo scenario il nostro eroe se ne esce così:

"Fleming diceva che  Un cavallo è pericoloso in entrambe le estremità e scomodo nel mezzo."

A questo punto la donna che lo affianca (che non ho idea di chi sia, forse sua sorella), invece di colpirlo con una borsettata sul setto nasale e dirgli 'Ma che cazzo di citazione è?!', lo guarda ammirata con gli occhioni da gatta e con la bava che cola a un lato delle sue zuccherose labbra.

Ma che cazzo!

Questa in fin dei conti è la trama.
Mettere Grissom in qualsiasi situazione e fargli cacciare un'aforisma improbabile riguardante qualsiasi argomento o fargli spiegare le leggi che governano l'universo come se fosse uno scienziato su Discovery Channel.

Mentre analizzavano una collanina d'oro eccolo che riparte:
- Sai da cosa deriva la parola carato?
- Come puoi pensare che io lo sappia, sono la tua spalla femminile, ovviamente anni luce distante dalla tua intelligenza, sono stata messa qui solo per annuirti e per far risaltare ancora di più la tua bravura.
- Ah giusto, sì. Be' comunque deriva dai semi di carrubo con cui in passato veniva pesato.

[Questa la sapevo, fanculo Grissom!]

- Grazie per aver palesato la tua immensa cultura frutto di milioni di autori che ti scrivono i dialoghi, non avrei potuto farne a meno. Vado a prendermi un caffè, ne vuoi uno?
- Sai da cosa deriva il caffè?
- CREPA GRISSOM CREPA!

Altra cosa che mi fa odiare la serie.
Perché cazzo, in ogni tipo di delitto, per analizzarlo, usano quella maledetta torcia dalla luce blu che evidenzia tracce di sperma?
Perché? La usano sempre, sempre.

Incidente stadrale? Luce blu per lo sperma.
Rapinata una 99 davanti una banca? Luce blu per lo sperma.
Panino al McDonald? Luce blu per lo sperma.

Ovviamente in tutti e tre i casi risulterà positiva.
Inutile dire che voglio quella luce, mi darebbe un gran vantaggio nella scelta delle ragazze.

Ma ora perché non concludere con delle immagini tanto generatrici di perplessità quanto di risate?







Maledetti gatti investigatori!
E per finire la dimostrazione che CSI è una cazzata enorme.






Le parole contrassegnate con * potrebbero esser state usate con un senso che non appartiene a quello che le viene assegnato comunemente, oppure le ho contrassegnate solo per abbellirle un po'.
Ora non è che posso sapere perché faccio le cose*.


Sono certo che Grissom avrebbe scritto meglio questa recensione.


17 novembre, 2011

Tra fotocopiatrici


'Tra fotocopiatrici' è una striscia nata questa sera e morta nello stesso istante. Non è un fumetto, non fa ridere, e come al solito è fatta male.
Precisazioni che comunque è giusto fare, sono un blogger che tiene alla precesione, io.
Per godere appieno della mia creazione non dovrai far altro che spostare il cursore del mouse in alto a destra e premere sulla X.
Se invece vuoi provocarti del forte dolore fisico allora clicca sulla prima immagine per ingrandirla.
Una volta ingrandita cliccaci sopra per andare avanti.
Non è poi così difficile, coraggio.
 

 
 (Questa è la prima, te l'ho separata così non puoi sbagliarti, puoi farcela)



 



Cosa ti avevo detto?



Drink! il primo blog videoludico che potrebbe quelerarmi se solo lo riuscisse a scrivere correttamente.




12 novembre, 2011

09 novembre, 2011

Analisi politica altisonante


Mi sembra sia un po' come nei finali di quei film un po' così.
Quei film in cui ci sono il buono e il cattivo che si affrontano, l'uno con un bazooka nella mano destra ed un AK-47 nella sinistra, l'altro nudo, imbavagliato e con le mani legate dietro la schiena.
Ecco. È proprio in quei casi che uno dei due (quello armato nei film migliori) invece di trivellare di proiettili il rivale così da far schizzare organi interni sangue ed altri liquidi biologici in giro, inizia a leggere il proprio diario.
Quello che ha iniziato a scrivere a otto anni.
Tutto ciò mentre l'altro si costruisce un Boeing 737 con una piuma di piccione ed un chewingum masticato e scappa per sempre.
Sì certo, assolutamente credibile.

Questo è quanto.

Magari alcuni tra di voi, quelli più arguti, temevano l'inserimento di un'immagine modificata male con paint.
Cazzo siete proprio arguti.

Che brutti stronzi.

Eccola.










































07 novembre, 2011