21 aprile, 2013

Essere Enrico Mentana


Voi credete che Mentana oggi non abbia fatto nessuna diretta ma io me lo immagino così, la mattina alle 9 a casa sua.

"Ed eccoci davanti al letto di mio figlio, per ora nessun movimento, una situazione particolare e di grave stallo per il Paese. Qui con noi, ospite di oggi, il cane Briscola, vicedirettore di Repubblica. Salve Briscola".
"Bau!".
"MA ATTENZIONE. Qualcosa nel letto si muove, pare che ci siamo. Eccolo, si sta alzando, mi pare decisamente stordito, forse per una forte discussione interna al partito. Si alza, si sposta, si dirige verso il bagno e si chiude dentro. Sono delle fasi molto concitate, come capirete perfettamente. Ecco, ecco che ci chiede la linea Alessandra Sardoni".
"Sì Enrico, sono qui nel tuo bagno, precisamente sono dentro la doccia. Qui c'è un gran via vai, c'è molta confusione e mi pare di sentire distintamente un leggero scorrere d'acqua, sembra che qualcuno stia facendo pipì".
"ATTENZIONE ATTENZIONE, sono le 09:12 e abbiamo la prima notizia, sembra che qualcuno, non sappiamo ancora bene chi, stia pisciando nel mio bagno. Grazie Sardoni, richiedici pure la linea non appena avrai notizie più chiare".
"Ti prego Enrico lasciami andare! Sono tre giorni che non dormo, non ce la faccio più". "Bene Briscola, stando all'attuale situazione che si va prefigurando, che lettura politica ne dai?".
"Bau Bau!".
"AHAHAHAHAH (risata isterica alla Mentana)".

16 aprile, 2013

Palloncino


L'amore me lo immagino un po'come un palloncino.
Un palloncino di quelli gonfiati ad elio, che ti riporti a casa dopo una noiosa festa di compleanno.
Appena lo lasci fugge via, spinge contro il soffitto, vorrebbe scappare da quelle quattro mura, ma non può, è il massimo che può avere, lì, chiuso in una stanza.
Resta fermo per un po', tutto in tiro, colorato, brillante, riesce a sorreggere qualsiasi peso, persino il nastro rosso a cui è legato.
Niente lo turba.
Ci giochi gli dai una spinta lo agiti lo abbassi, ma lui ritorna sempre su.
Niente lo turba.
Il giorno dopo è qualche centimetro più in basso, ma sempre in aria, dove tu non sei mai stato e non sarai mai. A stento ci fai caso.
Il secondo giorno sempre più nastro tocca il pavimento freddo e appena lucidato.
Il terzo non lo vedi più, è dietro chissà quale mobile e comunque non hai tempo per dargli un'occhiata, hai altro a cui pensare e praticamente te ne dimentichi.
Nei giorni successivi la tua vita va avanti un po'come sempre, nulla a che vedere con un palloncino sospeso nell'aria.
Passano mesi, il palloncino è ormai ridotto in fin di vita, lo trovi sotto il letto, bruno, pieno di polvere, raggrinzito che ti schifi persino a toccarlo.
Mantiene ancora quel po'd'aria al suo interno, quel tanto che basta per farlo rientrare nella specie "Palloncino".
Nella tua casa non c'è più spazio per lui, è il momento di liberarsene.
Lo prendi, tagli da dove qualcuno l'aveva legato per chiuderlo e lo getti nell'indifferenziato.

La stanza è vuota.